News ed Eventi

Le nostre mostre dal 2009

La Sala di Esposizione Permanente dedicata a Lanfranco Raparo è stata ufficialmente aperta  il 21 dicembre 2008. In quella occasione il pubblico ha potuto apprezzare le opere dell'artista affidate in comodato al Comune di Marradi, che rimangono visibili, sempre e comunque, secondo gli orari predisposti.

In seguito, gli "Amici" hanno progettato e organizzato, secondo lo spirito del loro statuto, mostre temporanee volte a mantenere vivo l'interesse nei confronti dell'artista. Sono state così esposte opere inedite di Lanfranco Raparo, o di artisti a lui affini, presso il centro culturale "Dino Campana". Il pubblico ha risposto a questi eventi con grande partecipazione. Seguono informazioni concernenti le mostre finora realizzate.

Le forme del legno (luglio-agosto 2009)

Caricature e soggetti umoristici di Lanfranco Raparo (luglio-agosto 2010)

Arte sulle mura del Convento (collaborazione con la Biblioteca Comunale) (luglio-agosto 2010)

 

Le forme del legno (luglio-agosto 2009)

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LE FORME DEL LEGNO: UNA MOSTRA ALLA “SALA RAPARO” DI MARRADI

Un albero: sul suo tronco, sui rami, sulle radici si rappresenta la storia di una vita; nervature, escrescenze, nodi, strappi, ferite, buchi come tracce visibili del tempo trascorso, delle malattie, delle avventurose vicende legate al cielo e alla terra.
Non è molto diverso il corpo di un uomo.
Per questo, forse, operare sul legno, tagliarlo, scavarlo, inciderlo e lisciarlo per creare oggetti d’uso quotidiano oppure assecondarne le forme naturali per imprimergli le immagini della fantasia è sa sempre uno dei modi più diretti e semplici praticati dall’uomo per mettersi in rapporto col mondo della natura portando alla luce il “bello” che vi si cela.

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Caricature e soggetti umoristici di Lanfranco Raparo (luglio-agosto 2010)

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Scarica questo file (CaricatureLR.pdf) Caricature di Lanfranco Raparo 957 Kb

La mostra, “Caricature e soggetti umoristici di Lanfranco Raparo”, è allestita all’interno, primo piano, nella Sala di Esposizione permanente dedicata al pittore marradese Lanfranco Raparo. Svuotata la sala delle opere normalmente presenti – tempere, disegni e sculture in massima parte ispirate a Marradi – sulle pareti si espone una ricca serie di caricature e disegni umoristici, in parte acquisiti in comodato dal Comune di Marradi dagli eredi dell’artista dopo la sua morte, in parte raccolte fra i molti amici che nel paese hanno conservato gelosamente qualunque “scarabocchio” uscisse dalla penna di quell’artista tanto popolare e apprezzato.

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Arte sulle mura del convento (luglio-agosto 2010)

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Scarica questo file (ArteLR.pdf) Arte sulle mura del convento 507 Kb

La mostra, “Arte sulle mura del convento”, è allestita all’aperto, nel cortile retrostante la Biblioteca comunale. Si tratta di uno spazio lungo e stretto dominato a sinistra dall’incantevole visione del campanile della chiesa delle Domenicane e a destra dal paesaggio sul Lamone, punteggiato dalle antiche case di Ca’ di Vigoli; uno spazio, dunque, di grande suggestione, che viene interpretato per la prima volta come cornice e palcoscenico ideale per artisti che vogliono collettivamente esporre i loro quadri nelle serate estive del giovedì, appendendoli semplicemente al gancio fornito dagli organizzatori e presentandoli come vorranno al pubblico.

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TESTIMONIANZE

INCONTRO CON RAPARO

... salgo a Biforco da mia zia come sempre ogni giorno

oggi sono a piedi, è caldo, lo incontro sofferente alla gamba nei pressi di Casa Bellini, mi riconosce dall'altro capo della strada, si ferma e mi fa cenno con la mano "senti... Barzagli ti ricordi quando vi insegnavo..."

non sento più nulla... le macchine continuano a passare, finalmente attraverso e mi avvicino... ha continuato a parlare e mi sorride con mio grande stupore affettuosamente... gli stringo la mano, per la prima volta gli do del tu e mi rendo conto subito che mi ha scambiato per Eleonora mia sorella

sorvolo e anche lui sorvola con naturalezza, entrambi sappiamo che siamo tutti suoi ex-allievi e tutti e cinque figli di Enzo il suo caro amico ex-collega di Applicazioni Tecniche

... "perché Lanfranco sei uscito con questo caldo...??" gli chiedo. "lo sai vero che sto dipingendo per la chiesa arcipretale la Cattura di Cristo nell'Orto degli Ulivi?" mi interrompe con confidenza

"sì sì..." rispondo. "ecco... ho appena deposto la tavolozza, gli occhi che sto dipingendo mi interrogano troppo... sono gli interrogativi dell'intera umanità... quelle figure mi parlano... devo finire appena possibile... e questa gamba non mi dà tregua, non mi aiuta..."

è troppo caldo per tutti e due

lo abbraccio e lo lascio andare verso l'ombra e il fresco del "Lago". Eccitato, emozionato, sconvolto, stremato e appesantito allo stesso tempo dai forti sentimenti religiosi che la sua mano gli provoca mentre con maestria i piccoli tocchi del suo pennello delineano gli occhi del Cristo e degli Apostoli.. sino a prender forma e presenza viva.

Silvana Barzagli, 2002    

 

TESTIMONIANZE-2

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Scarica questo file (lello-5.jpg)Biglietto LelloTesto più schizzo298 Kb

Dicembre 1972

Lello Campana, cugino del grande Dino, scrive questo biglietto all'amico marradese Enzo Barzagli; in esso nomina Lanfranco Raparo come uno dei suoi Amici con l'A maiuscola. Pubblichiamo il biglietto corredato dello schizzo a lapis in cui Raparo ritrae Lello Campana sull'angolo di un cartone piuttosto malandato.

 

TESTIMONIANZE 3

TESTIMONIANZE 3

L’ultimo pomeriggio

 

 “C’è Lanfranco?” chiedo dopo aver salutato Antonella.”Sì, sì, ti aspettava, è salito su in camera a sdraiarsi un attimo, vado subito a chiamarlo.” È una fredda giornata di metà gennaio, ma abbastanza chiara per questo periodo. Dopo poco appare in cima alle scale reggendosi alla ringhiera ed all’inseparabile bastoncino. Gli vado incontro e lui mi prende a braccetto, lasciandosi dal corrimano. “Come va oggi? A vederti mi sembra meglio di ieri, ti vedo più sollevato.” “Sì, meglio di ieri, ma questa gamba mi dà dei dolori lancinanti, delle fitte  tremende…”  “Vuoi rimanere qui al Lago o preferisci fare un giretto in macchina? Ieri siamo stati sul Torretto, oggi, se ti va, potremmo andare  verso il passo dell’Eremo, il tempo non è male, è chiaro e da lassù si gode di un bel panorama”. ”Bravo, una bella idea, andiamo, aiutami a salire”.

Sale in macchina lentamente, a fatica, appoggiandosi  a me ed allo schienale, si siede di traverso perché, dice, in quella posizione gli sembra di star meglio. Procedo lentamente, cercando di scansare le immancabili buche, ma quando ne sfioro appena una, lui ha una smorfia di dolore che trattiene a fatica. ”Ti ricordi quando dipinsi il complesso della Badia del Borgo? Com’è cambiata ora, trasformata in un grande condominio, che scempio, se si pensa alla sua millenaria storia! Ed i poderi abbandonati,alcuni dei quali non esistono più! E’ una memoria storica…. Che bella estate fu quella,felice e feconda!”. La strada sale e si fa più stretta, lui continua sull’onda dei ricordi. “E quando dipinsi lo sfondo per l’upupa, che mi impegnò per diversi pomeriggi e tu venivi a trovarmi su quel poggetto  vicino al Trebbo?”

Ormai siamo arrivati al passo della Peschiera, dove di solito torniamo indietro, ma oggi qualcosa ci fa proseguire oltre, per i ripidi tornanti verso San Benedetto in Alpe. Abbiamo di fronte la scura mole del Falterona, boschi e forre impenetrabili che ci fanno pensare che qui veramente Dante abbia preso spunto per l’ambientazione del suo Inferno, quando sostò  presso l’Acquacheta! Ad uno spiazzo ci fermiamo un poco, poi riprendiamo la strada verso casa. ”Fermati un attimo che voglio vedere in che stato è adesso la vecchia casa del Becco, che dipinsi tanti anni orsono”. La casa è ora completamente crollata e ridotta ad un ammasso di sassi e travi, coperti da rovi e vitalbe; ma sul grande albero dell’aia stanno posati diversi grossi uccelli. Qualcuno si stacca per posarsi sul prato emettendo il ben noto richiamo. ”Son cesene, son cesene!  E anche qualche tordela! Abbassa il vetro, anche se fa freddo, voglio godermi lo spettacolo, tu sai che non sono mai stato un grande cacciatore, ma il mondo animale mi ha sempre affascinato, specie quello degli uccelli.” Ora Lanfranco è trasformato, il suo viso appare sereno e disteso, quasi un leggero sorriso gli incornicia le labbra, sembra quasi un bambino di fronte ad un grande spettacolo inatteso. ”Come sono belle, e come cantano, saranno almeno un centinaio. Guarda,guarda,ne arrivano altre da quel crinale e ci sono anche dei sasselli, si sentono strisciare. Sembra di essere in una immensa voliera, che spettacolo meraviglioso!”. Rimaniamo attratti da questa scena per molti minuti, poi lui dice: ”E’ stato molto bello, un momento inaspettato ed impagabile, ma sta venendo sera, è meglio rientrare a casa”.

Lo riaccompagno al “Lago”, e, salutandomi e stringendomi forte forte la mano:”Grazie Roberto, questo è stato un pomeriggio davvero speciale, potesse essere sempre cosi! Ciao, ci vediamo domani”.  Alcuni giorni dopo, l’ennesimo ricovero, poi la fine….Ho perso un grande, fraterno, unico amico.

                                                                                                          Roberto Randi, 2011

 


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